"Quella dello spinning in mare è una tecnica dove virtualmente basterebbe una semplice dotazione composta da una canna, un mulinello e la classica manciata di artificiali. Con questo ridottissimo equipaggiamento saremo in grado di affrontare il 98% delle situazioni tipiche del lancio con artificiali in acque salse. Tutti infatti abbiamo iniziato, chi più chi meno, con questa attrezzat

ura. Poi si è iniziato a cercare presso i vari negozi la canna più potente, più lunga o più corta con azione più rapida, più rigida o chissà cos'altro ancora. Il mulinello solito non ci bastava più e siamo andati alla caccia di quello con almeno 20 cuscinetti a sfera, in titanio, magnesio, tungsteno e via discorrendo. S

enza parlare poi degli artificiali, a quei quattro che avevamo originariamente siamo arrivati ad aggiungerne una vera camionata, sempre impegnati nella spasmodica ricerca dell'ultimo modello appena uscito, che poi non avremo mai il tempo di provare perchè sul mare preferiamo usare sempre i soliti...
Per contro e paradossalmente a questa forsennata schiera di "collezionisti" e "maniaci consumistici" si contrappongono coloro per i quali una canna da spinning è del tutto equiparabile ad una da surf casting o da beach ledgering. Minim

alisti e furiosamente animati dal motto: "una canna e un artificiale per tutte le occasioni". Accade così di vedere individui sicuramente dotati di forza sovrumana che macinano lanci su lanci con grosse pertiche da surf casting da oltre 4 metri e mulinelli adeguati per un peso totale non inferiore al chilo abbondante. Sempre e rigorosamente con lo stesso artificiale, legato con lo stesso nodo da un'annata all'altra di pesca, imperturbabili ed assolutamente indifferenti alle mode! Beata semplicità, mi vien da dire, come pure mi rendo conto che tali personaggi non leggeranno mai queste righe...!"
Tratto da: Alfio Elio Quattrocchi, Attrezzatura: la canna
, Spinning (Gli speciali di Pescare Mare), n°2, Maggio-Luglio 2007, pag. 34